Nel giardino di mia mamma ho scoperto questi CROCUS, un segno che la primavera fortunatamente non è lontana…
Alessandra
Nel giardino di mia mamma ho scoperto questi CROCUS, un segno che la primavera fortunatamente non è lontana…
Alessandra
“…ADESSO FAI QUALCOSA CHE SERVA… C’E’ UNA STRADA IN MEZZO AL NIENTE”
(Afterhours “Il paese reale”)
Leggo con vero piacere che gli AFTERHOURS hanno vinto IL PREMIO DELLA CRITICA “MIA MARTINI” a San Remo grazie al loro brano “IL PAESE REALE”.
Seguo questo gruppo da anni e la loro musica riesce a portarmi lontano, ad emozionarmi e a stimolare le mie riflessioni. Immaginavo che sarebbero stati eliminati subito dalla gara, visto che la loro musica non è semplice e immediata, ma questo riconoscimento della critica premia la loro bravura e il coraggio di presentarsi di fronte ad un pubblico diverso da quello consueto.
Spero che questo “debutto nella società popolare”, questo loro uscire da un circolo ristretto degli amanti del rock alternativo dia la possibilità a molti di conoscerli e di accorgersi del contributo importantissimo che gli Afterhours da anni danno alla musica italiana attraverso suoni e parole mai banali.
Vi segnalo due delle loro canzoni che amo di più QUELLO CHE NON C’E’ e BALLATA PER LA MIA PICCOLA IENA.
Buon ascolto!
Alessandra
I racconti di questo nuovo libro di Luis Sepulveda (LA LAMPADA DI ALADINO) non mi hanno particolarmente coinvolta, ma devo ammettere che situazioni e sentimenti sono spesso descritti con vera maestria. Vi riporto un breve tratto del racconto Le cose dell’amore che mi è piaciuto per il suo “delicato” e profondo romanticismo. E’ la parte finale di una storia che parla di un uomo e di una donna che dopo essersi rincorsi per anni s’incontrano veramente solo da vecchi. Leggetela, le parole d’amore autentico fanno sempre bene…
Un caro saluto a tutti.
Alessandra
“L’albergo ci aspettava come un tempio da lungo predisposto. Ci spogliammo con calma, e non per sfoggiare muscoli o curve perfette, ma perchè entrambi avevamo capito che, con tutti i loro segni, questi corpi erano il supporto di una storia che iniziava in quel momento. Ci amammo lentamente, e non per le buone maniere apprese al Centro Catalano, ma perchè cercavamo nel piacere la via per trovare la migliore stanchezza. E dopo parlammo, dimenticando ieri e domani, poichè le parole sono come il vino: hanno bisogno di respiro e di tempo perchè il velluto della voce riveli il loro sapore definitivo.
Ora, accanto al mare, la guardo: so tutto di lei, ma lo dimentico per il piacere di tornare a conoscerla, verità su verità, dubbio su dubbio, certezza su certezza e timore su timore….”
Luis Sepulveda “La lampada di Aladino”
Quando la musica invade il teatro e i corpi dei MOMIX iniziano a danzare si entra improvvisamente in un’altra “dimensione”; la dimensione della creatività, dell’illusione, del sogno, dell’ARTE e della NATURA.
Ho visto “BOTHANICA”, il nuovo spettacolo dei Momix, la scorsa settimana e trovo che il ritratto della natura in fermento inventato da questi ballerini-atleti sia struggente.
L’ideatore e coreografo Moses Pendleton ancora una volta incanta il pubblico attraverso la creazione di coinvolgenti e surreali “immagini dinamiche” (o “confusioni ottiche”, come le chiama lui) che emozionano e a volte addirittura commuovono.
“Quando studiamo la natura, studiamo anche la nostra origine, da dove veniamo. Ecco, “Bothanica” è parte della mia ricerca, è lo studio di quella comunione fra uomo e piante, fra corpo e roccia, corpo e aria, corpo e spazio. E nonostante l’azione dell’uomo, tutto questo fa ancora sognare”.
Queste parole di Moses illustrano bene la fusione tra l’uomo e gli altri elementi naturali che nello spettacolo prende vita. La bellezza delle forme e dei colori che richiamano animali, insetti, fiori, piante, alberi, mare, aria, vento, ci ricordano quanto di prezioso abbiamo intorno a noi donandoci un filo di speranza. Trovo infatti che “BOTHANICA” ti lasci addosso un piacevolissimo senso di meraviglia, di ottimismo e di “impossibile-possibile” che inebria e trasmette un massaggio positivo, un messaggio d’amore per il nostro mondo da preservare giorno dopo giorno con intelligenza.
I Momix hanno da poco iniziato il loro nuovo tour in Italia. Non perdeteli allora, se ne avete l’occasione.
Ciao !
Alessandra
Immagini dello spettacolo
“La pianta concentra tutta la propria esistenza verso un unico scopo: spuntare dal terreno per sfuggire alla calamità sotteranea; eludere e trasgredire una legge misteriosa ed opprimente, liberarsi, strapparsi dalla morsa soffocante, immaginare o invocare ali per scappare il più lontano possibile, affrancarsi da uno spazio in cui il destino l’ha relegata ed accostarsi ad un’altra realtà, entrare a far parte di un mondo emozionante e vivido”.
Maurice Maeterlinck, “L’intelligenza dei fiori”.
Sabato 7 febbraio sono andata all’inaugurazione della nuova mostra della ART WAY GALLERY di Treviso dedicata a KETRA.
Ketra (Elena Pizzinato) è una giovane artista che riesce a “provocare” il fruitore delle sue opere attraverso quadri-sculture in pvc e bamboline in porcellana dalle multiple identità e mise fetisch. Un misto di gioco e trasgressione “a luci rosse” che non lascia il visitatore indifferente. Ecco alcune immagini che ho scattato…ora lascio a voi ogni considerazione in merito…
Alessandra
ART WAY GALLERY
Via Fonderia, 79
Treviso
Dunque… siccome io e Ale viviamo in simbiosi telepatica, lei è stata a Madrid la settimana prima che ci andassi io. Naturalmente, lei c’è andata in vacanza (donna assai astuta!), mentre io ci sono andata per compiere la mia buona azione annuale: portare in gita la terza media.
Ma dicevamo, gli stessi luoghi che ha visto Ale li ho visti io ad una settimana di distanza (anche se a dire il vero Madrid la conosco come le mie tasche avendoci abitato dieci anni). Comunque, il punto è che stavo guardando le foto che ha scattato Ale e pensavo: “Ecco il punto di vista dell’artista, della persona che scorge il bello anche dove io vedo solo lamiera e te lo trasmette nell’immagine che passa attraverso i suoi occhi”. E dicevo bene, “il punto di vista“, “attraverso i suoi occhi“. Certamente a me non sarebbero mai venute quelle foto. La verità, credo che certe cose non si possano imparare neanche dopo anni di studio, o le senti dentro, o ti vengono naturali o non ci può essere poesia in quello che si fa.
Ognuno di noi, pur non essendone consapevole, predilige uno dei cinque sensi ed attraverso quello, prima impara a conoscere il mondo, poi esprime la propria interiorità. Ora, il preferito della Ale, secondo me, è la vista, mentre i miei preferiti sono l’olfatto ed il gusto. Ragion per cui io potrei dirvi che, siccome gli edifici non hanno odore o sapore, per me hanno senso perché mi ricordano qualche odore o sapore. Ad esempio, la scultura del patio interno del Museo Reina Sofìa? Un sedano! L’interno della nuova caffetteria del museo? Un mare di panna e fragole… e vogliamo parlare dei sostegni colorati del terminal 4 dell’aeroporto? Un sacco di chupa chups. Sempre per questo io sono un’abile cuoca (modestia a parte, che tanto la falsa modestia è presunzione) e ho il fiuto migliore di quello di un cane da tartufo. So dire se qualcuno è stato in una stanza perché ne percepisco l’odore corporeo. Quando conosco qualcuno di nuovo, lo annuso. Non mi fido di chi usa troppo profumo, perché ha qualcosa da nascondere. Uno dei miei testi preferiti è “Il profumo” di Süskind, per il modo in cui trasferisce gli odori al piano immaginifico. Io non ci vedo mai poco chiaro, sento piuttosto puzza di bruciato, inoltre, vedo sempre oltre il mio naso. La vita per me ha un buon sapore ed il futuro è rosa, come il gelato alla fragola. Olfatto e gusto, gusto e olfatto.
Detto questo carissimi, oggi vi lascio felice e rilassata, perché tutto ciò che fa parte della vita è tanto bello, da qualunque punto di (s)vista lo si guardi!
Vostra
Erika
Venezia (Fotografie di Alessandra)
Venezia m’incanta sempre e l’atmosfera che si crea durante certe fredde giornate d’inverno riesce a renderla a miei occhi ancora più misteriosa. Nonostante la bassa temperatura, i timidi fiocchi di neve e il vento che danzava incessantemente, ieri non sono riuscita a resistere e sono andata da lei, la città che anche se ho visto innumerevoli volte riesce sempre a conquistarmi insegnandomi qualcosa di nuovo e toccandomi il cuore. Alcuni turisti e pochi abitanti percorrevano infreddoliti le umide calli o attraversavano velocemente i suoi campi; qualcuno, come me, si fermava per catturare immagini affascinanti create dall’unione di arte e natura. L’inconsueto silenzio mi dava la possibilità di respirare l’anima dei luoghi che incontravo passo dopo passo, brivido dopo brivido, emozione dopo emozione. Così sola Venezia lo è raramente, ma sono certa che se potesse esprimere i suoi pensieri direbbe grazie al clima che ieri l’ha avvolta perchè le ha dato la possibilità di svelare una parte significativa di se che pochi purtroppo hanno la fortuna di conoscere.
Pubblico alcune delle tante foto che ho scattato sperando di potervi trasmettere almeno in parte il fascino di Venezia d’inverno e vi segnalo la MOSTRA di FORTUNATO DEPERO (1892-1960) che sono andata a vedere al MUSEO CORRER. La mostra, allestita in occasione del CENTENARIO DEL FUTURISMO in una sala bellissima del museo, illustra attraverso un’ottantina di opere della Collezione Fedrizzi il percorso artistico e il pensiero di uno dei più significativi artisti del ‘900. Una mostra da non perdere in una città che lascia sempre un segno indelebile dentro chiunque la voglia conoscere veramente .
Alessandra
“Da Venezia ho ricevuto gli insegnamenti più preziosi della vita;
da Venezia sembra uscirne adesso come accresciuto dopo un lavoro…”
Amedeo Modigliani
P.S.: Mentre camminavo in una buia calle mi è apparsa la “vetrina” di questo laboratorio; il sole che splendeva con energia nonostante fosse “ingabbiato” e quella “Monna Lisa” mascherata che sembrava osservarmi hanno catturato la mia attenzione per alcuni minuti.
Venezia è anche questo: luce e stupore quando regna la notte.