(Palazzo del Cinema: uno dei tre Leoni della nuova scenografia ideata da Dante Ferretti. Foto by Ale)
L’atmosfera che si respira al Lido di Venezia durante la MOSTRA DEL CINEMA è sempre molto coinvolgente.
Registi, attori, produttori, critici, giornalisti, forze dell’ordine, lavoratori e semplici visitatori si fondono per un unico obiettivo: dare vita al cinema.
Il Lido, le sue strade, i suoi edifici e la sua spiaggia diventano la sede di chi ama questa forma d’espressione artistica e desidera trovare, attraverso essa, emozioni e spunti di riflessione.
I biglietti per vedere il tanto atteso film di Ozpetek “UN GIORNO PERFETTO” erano purtroppo terminati e allora in alternativa, io Erika e Patrizia, abbiamo scelto “35 RHUMS”.
“35 RHUMS” (presentato in SALA GRANDE con la presenza della regista CLAIRE DENIS , dell’attore principale ALEX DESCAS e dei produttori) è un film francese fuori concorso, ambientato nei sobborghi Parigini, che racconta la storia di un vedovo immigrato di colore e della sua unica figlia Josephine.
I due vivono insieme ed hanno un rapporto stretto, quasi morboso, tanto che la figlia ormai donna sembra incapace di allontanarsi dal padre e di pensare seriamente ad una vita indipendente.
Intorno a loro c’è la routine priva di emozioni significative, ci sono i colleghi del padre che si ritrovano a bere rhum (non 35 bicchieri però, perchè quelli si bevono solo in occasioni speciali!) e due vicini, che cercano amicizia e prospettive nuove di vita.
Alcune immagini sono particolarmente belle, la colonna sonora (con brani dei Tindersticks) è suggestiva, il ritmo di una quotidianità che soffoca la vita e l’intimità delle emozioni vengono trasmesse con intensità senza molte parole, ma nell’insieme ho trovato il film eccessivamente “amaro” e pessimista.
Tutto (ma forse era proprio questo l’intento della regista ?) è portato all’estremo in parte anche nel finale (che forse vorrebbe essere ‘lieto’ ?): la solitudine delle persone, il dolore della figlia per un ‘naturale e giusto’ distacco dal padre e il ‘vuoto esistenziale’ che un collega del protagonista non riesce a ‘togliersi di dosso’ dopo la pensione.
L’umanità del film sembra incapace di trovare una strada, una visione delle cose, che gli dia la possibilità di apprezzare, almeno quando è possibile (e le occasioni ci sarebbero), profondamente la vita.
Dopo il film comunque la regista e l’attore sono stati applauditi calorosamente e non vi nascondo che uno spettatore accanto a me ha detto che questo era il più bel film visto fino ad allora!
Sarà perchè ha rappresentato con realismo la solitudine, l’amarezza, la malinconia che circonda davvero alcune vite d’oggi ? Perchè parla di realtà sociali moderne ? Di stati d’animo diffusi ?
Forse si, forse è questo il motivo che porta ad apprezzare questo film, forse la regista ha estremizzato per condurci meglio all’interno del dolore umano, ma a me piacerebbe che con più frequenza il cinema fosse non solo un mezzo per denunciare, documentare e far vedere la drammaticità di alcune realtà ed esistenze, ma anche una fonte di speranza e ottimismo capace di farci sognare e migliorare.
Se il film visto è stato in parte deludente e mi ha lasciato un po’ di tristezza addosso, in compenso ieri ho però incontrato una delle mie attuali attrici preferite: SERRA YILMAZ, l’attrice presente in quasi tutti i film di OzpeteK.
Devo dire che sono piuttosto timida in certe occasioni, ma quando l’ho vista non ho potuto fare a meno di complimentarmi con lei e di chiederle di fare una foto insieme (foto che io mi sono divertita a modificare un po’) !
Ok, non avremmo incontrato Brad Pitt, George Clooney o altre famose bellezze maschili, ma per me l’incontro con lei è stato proprio una bella sorpresa visto che amo tantissimo come interpreta i suoi personaggi.
Dopo il ‘CAOS’ della passerella con i protagonisti di ‘UN GIORNO PERFETTO’, della quale siamo riusciti a vedere ben poco, ci siamo recati in spiaggia. Io, Erika e Patrizia abbiamo provato ad imitare le dive della mostra, ma a parte il nostro simpatico amico Roberto nessun altro ci ha fotografate…
…e noi non abbiamo proprio capito il perchè!
Un bacio
Alessandra (ed Erika)