“Non ricordare il giorno trascorso
e non perderti in lacrime sul domani che viene:
su passato e futuro non far fondamento
vivi dell’oggi e non perdere al vento la vita.”
Omar khayyam
Il mio amico Daniele questa estate è stato in IRAN ed è tornato a casa entusiasta e con tanta voglia di raccontare a più persone possibili le emozioni vissute e le informazioni raccolte attraverso questo viaggio. Con grande piacere “pubblico” la sua “relazione sull’Iran”, e alcune fotografie, sperando che possa essere utile a qualcuno e possa far venire a tutti la voglia di visitare questa straordinaria terra millenaria. Un salutone da Alessandra.
Ecco cosa ci racconta Daniele:
“La vita è un viaggio e viaggiare è vivere due volte.”
Così recitava Omar Khayyam, uno dei più grandi poeti iraniani vissuto attorno al 1100 d.c. in Persia.
Ed in effetti un viaggio in Iran significa proprio questo: riscoprire gli albori di una delle più grandi civiltà del passato, fatta di un popolo la cui discendenza ariana ha dato vita alla civiltà dell’India ad est e quella Europea ad ovest attraverso i Celti generando la razza e la cultura indoeuropea. Significa scoprire gli antichi fasti di PERSEPOLI, una delle capitali della dinastia degli Achemenidi fondata da Ciro il Grande, significa scoprire la cultura poetico-letteraria dei grandi poeti persiani, scoprire l’antico culto Zoroastriano (religione pre-islamica dell’Iran ancora oggi esistente), scoprire l’arte islamico-persiana delle magnifiche moschee di Esfahan attraverso “liquidi arabeschi e maioliche fiorite” (esempi dell’arte Safavide del XVI e XVII secolo) e significa immergersi in magnifici giardini fioriti simili a paradisi.
La prima città che ho visitato durante questomio viaggio è stata TEHRAN, la congestionata capitale della Repubblica Islamica dell’Iran che conta oggi diciotto milioni di abitanti. La gente di Tehran tende alla modernità ed è aperta, ama stare nei parchi a conversare, a casa con amici, passeggiare o sciare nei vicini monti chiamati ELBURZ.
Qui sono concentrati i palazzi del potere politico di una capitale caotica, dove il ritmo e la frenesia nelle strade principali rendono quasi ardua l’impresa del loro attraversamento. Poco interessante da un punto di vista architettonico (ad eccezione del mausoleo di Khomeini) questa città offre, però, al visitatore numerosi MUSEI. Di notevole interesse senza dubbio, il MUSEO NAZIONALE, ricco di reperti provenienti dai più importanti siti archeologici e IL MUSEO DEI GIOIELLI che lascia sbalordito qualsiasi visitatore per la sua magnificenza e consistenza (tra i tanti oggetti vi è addirittura un mappamondo di 34 Kg fatto di smeraldi, rubini e altre pietre preziose che mi ha lasciato a bocca aperta!). Valgono una visita anche il MUSEO DEL TAPPETO (che conserva tappeti di tutte le epoche persiane), il PALAZZO GOLESTAN (che racchiude una serie di collezioni d’arte) e il MUSEO ETNOGRAFICO.
FOTO: 1 Esfahan, sacerdote zoroastiano 2 Tehran, Monumento alla Rivoluzione
Dopo Tehran a sud del paese ho visitato la città di SHIRAZ, la CAPITALE CULTURALE dell’iran situata nella regione del FARS. Terra natale dei grandi poeti persiani, quali HAFEZ e SA’DI, è stata capitale della Persia nel XVIII secolo. Chiamata anche la “CITTA’ DELLE ROSE” o “CASA DEL SAPERE”, era sinonimo di poesia, usignoli, rose e vino. Da qui nasce la LINGUA PERSIANA, il FARSI (nome derivante dall’omonima regione), una lingua antica che non è araba in quanto proprio attraverso i suoi poeti, primo fra tutti Ferdowsi, è stata utilizzata per contrastare l’influenza dell’invasione araba permettendo, quindi, di mantenere l’identità persiana della gente (per questo ogni persiano ci tiene a specificare che loro non sono arabi e che la loro lingua non è l’arabo, ma il Farsi). Qui i poeti iraniani sono venerati come santi e non è raro vedere, dinnanzi alle loro tombe, pellegrinaggi di gente di tutte le età che pregano e leggono le loro poesie (è stato emozionante sentir leggere in Farsi una poesia di HAFEZ da un ragazzo…sembrava di ascoltare il poeta stesso!). Pregevoli sono la MOSCHEA DEL VENERDI’ ed il BAZAR (ricavato in parte in un antico caravanserraglio) brulicante di gente e saturo di profumi. Anche qui la gente è molto cordiale e pronta ad accogliere il visitatore con ospitalità; ricordo con piacere che un ragazzo iraniano, con adosso la maglietta della nostra nazionale di calcio, quando ha capito che ero italiano si è precipitato da me con un sorriso a “trecentosessantagradi” per farmi un sacco di domande sull’Italia e per dirmi che è innamorato della nostra nazione, alla fine mi ha salutato come un fratello.
Alla periferia di Shiraz, si trova il gioiello archeologico dell’Iran: PERSEPOLI. Città edificata sotto il Re persiano Dario I, aveva lo scopo di ospitare le celebrazioni del nuovo anno in primavera attraverso processioni da parte di esponenti dei paesi annessi all’impero persiano e di onorare il loro re. Sublimi sono i bassorilievi dell’apedana della scala delle udienze raffiguranti questi popoli con i doni per il monarca. In tutti i bassorilievi non si vede una scena di guerra.
Bassorilievo a Persepoli
In effetti l’impero persiano, fu il primo Stato organizzato ad attuare la libertà culturale e religiosa dei popoli conquistati a patto che essi riconoscessero il loro re. Il sito non ha una grande ricchezza architettonica in quanto la città fu incendiata da Alessandro Magno nel 330 a.c., ma ciò che resta testimonia comunque la sua magnificenza.
A cinque chilometri da Persepoli, il complesso di NAQSH e quello di ROSTAM racchiudono le tombe rupestri dei sovrani Dario I, Artasere I, Serse I e Dario II: magnifiche “scenografie” dimostrano la grandezza di questi sovrani e completano la visita di Persepoli.
A cinquanta chilometri da Persepoli c’è invece PARSAGADE, la città di Ciro Il Grande che pur non essendo conservata come Persepoli è altrettanto affascinante grazie alle sue rovine “solitarie”. Qui spicca la tomba di Ciro, il monumento più interessante del sito archeologico. E’ quasi commovente la devozione degli iraniani per questo monarca che considerano il loro fondatore. Sopra il portale di questa umile tomba (perennemente in restauro, ultimamente anche con il contributo degli italiani), una scritta diceva. “IO SONO CIRO FONDATORE DEGLI ACHEMENIDI. TU UOMO, FORSE UN GIORNO VERRAI QUI A TROVARMI, MA TI PREGO, NON INVIDIARMI PER QUESTO PEZZO DI TERRA” (trovo straordinaria l’umiltà di quest’uomo…). Si narra che quando Alessandro Magno visitò questa tomba s’inginocchiò e, chiedendo perdono, pianse per quello che aveva fatto. Certamente Ciro è stato un Re liberale e merita un posto nella storia, tant’è vero che nella Bibbia viene chiamato “Unto di Dio”.
Persepoli e la Tomba di Ciro a Parsagade
Persepoli
Proseguendo in questo viaggio in Iran si arriva ad ESFAHAN, la “Firenze del Medio Oriente”.
Situata nel centro dell’Iran, questa città è stata fin dall’antichità un luogo di commerci. Ricca e piena di negozi, offre al visitatore la visione di numerosi palazzi (ad esempio il Palazzo delle Quaranta Colonne e quello degli Otto Paradisi), della Moschea di Jameh (un museo a cielo aperto) e della bellissima PIAZZA DELL’IMAM (la seconda piazza più grande del mondo dopo quella di Tien Amen) dove sono racchiusi i più importanti gioielli architettonici di tutto l’Iran: la Moschea dello Sceicco Lotfollah, la Moschea dell’Imam, il palazzo di Ali Qapu e il bazar. Qui i motivi floreali delle cupole e dei minareti ricordano i giardini della Persia e le maioliche che compongono le facciate sembrano “liquidi arabeschi”. Nella città convivono bene, insieme a quella ufficiale, anche altre religioni come ad esempio quella Zoroastriana con il suo tempio del fuoco vicino al quartiere armeno, quella Cristiana e quella Armena con una bella cattedrale chiamata “Vank”, interessante per gli affreschi e per il museo che conserva tutto ciò che riguarda la loro tradizione (c’è anche un passo del vangelo scritto su un cappello ed il libro più piccolo del mondo: incredibile!).
La sera questa città si riempie di gente soprattutto nella piazza Dell’Imam, il grande cuore della città (in passato qui si giocava a POLO! Si, sono stati proprio i persiani ad inventare questo sport importato poi dagli Inglesi). Camminando, la gente ti si avvicina, ti ferma, ti chiede da dove vieni, cosa pensi dell’Iran, se ti piace e ti invitano a sederti con loro (una famiglia mi ha persino dato da mangiare nonostante avessi già cenato); è incredibile vivere l’ospitalità e la generosità di questo popolo. Capisci che le persone sono aperte e che hanno bisogno di confrontarsi amichevolmente con chi viene da lontano; è stata stupefacente la loro gioia nel conversare con me in ogni luogo dove sono stato.
Il viaggio in Iran è stato per me prima di tutto un’emozionante esperienza interiore, un viaggio dell’anima alla ricerca delle radici della nostra civiltà e quindi di noi stessi, un viaggio di confronto con culture e tradizioni diverse in un paese dove è ancora intatta un’identità che a ragione diviene motivo d’orgoglio sociale dinnanzi ad un progresso ed un mondo globalizzato che tende sempre più a snaturare ed appiattire la mente, la coscienza, la cultura e quindi l’identità della gente stessa.
Il mio pensiero va a loro, alla gente comune che ho incontrato e che ha bisogno di pace come ogni altro popolo della terra. Va ai bambini, ai giovani, agli uomini e alle donne che con una parola, un gesto o un semplice sorriso mi hanno fatto ricordare e capire molte cose e, soprattutto, mi hanno arricchito.
Daniele Durigon
(Le fotografie sono di Daniele e Roberto e non possono essere riutilizzate in nessun modo; se volete qualche informazione sul viaggio o se avete delle osservazioni da fare potete lasciare un messaggio qui sotto.)
Lettura del Corano a Shira
Esfahan, la Moschea dello Sceicco Lotfollah
FOTO: 1 Caravanserraglio lungo il percorso ad Esfahan 2 Decori floreali nella Moschea di Jameh 3 Esfahan, veduta della piazza dell’Imam