Chi si è preso la briga di andare a leggere la pagina del mio profilo si ricorderà che uno dei miei eroi è Serj Tankian. Quello che non vi ho detto è perché, ma soprattutto: chi è lui, visto che la maggior parte di coloro a cui lo nomino cade dalle nuvole. Allora facciamo un po’ di storia (che ci piace tanto).
Serj Tankian nasce a Beirut nell’agosto del ’67 da famiglia armena, rifugiatasi in Libano a seguito della persecuzione del popolo armeno da parte della Turchia. Se vi interessa l’argomento, ma non siete proprio amanti della lettura di testi storici, potete sempre vedervi La masseria delle allodole, film italiano del 2007 dei fratelli Taviani, che parla appunto del genocidio armeno.
La famiglia si trasferisce successivamente negli Stati Uniti dove Serj cresce e, frequentando la scuola armena, conosce quelli che saranno i suoi futuri compagni di band: i System of a Down.
Con loro comporrà alcuni dei brani migliori della storia recente del metal (anche se c’è chi li definisce alternative rock. Mah, io tutte ‘ste etichette non le capirò mai). I System hanno infatti una sonorità particolare, dettata da momenti di chitarra elettrica frenetica, intervallati da altri in cui la voce calda di Serj vi culla come dei bambini. Poi ci sono i duetti di Serj e Daron Malakian (chitarrista della band), voce accogliente e sensuale il primo, voce stridula il secondo, classico caso di opposti che si compensano.
Nel 2007 Serj decide di provare la carriera solista, per cui la band si prende una pausa ed esce l’album Elect the dead. E qui Serj dà il meglio di sé. La sua voce è cambiata nel tempo, è diventata più matura e, a me personalmente, manda in visibilio.
Il motivo per cui lo annovero fra i miei eroi però non ha a che fare con le sue abilità artistiche, ma con la sua lotta contro l’ingiustizia, contro chi cerca di mettere sempre tutto a tacere perché, se non se ne parla, allora il problema non esiste. Hitler, parlando dell’invasione della Polonia, ha detto: “[…] l’obiettivo della nostra guerra non è quello di guadagnare delle linee, ma di distruggere fisicamente il nemico. Perciò ho dato l’ordine di mandare a morte senza pietà, né compassione tutti gli uomini, le donne ed i bambini di origine polacca. Dopo tutto, chi parla oggi del genocidio degli armeni?” Già, chi ne parla più? Beh, Serj lo fa! Continua a perpetuare la memoria dei suoi cari parlando al mondo del genocidio armeno e per questo ha fondato, insieme a Tom Morello, l’organizzazione Axis of justice.
Ad aprile sono stata al suo concerto live ed ho capito che quest’uomo è un leader. Un trascinatore di masse. Non solo perché ha il carisma tipico dei frontmen delle band, ma perché è in grado di trasmettere l’amore per le persone e la giustizia, la forza d’animo, la grinta, anche solo con la sua presenza.
Serj, inoltre, ha scritto una raccolta di poesie, anche se non sono certo per cuori teneri. Molte parlano di carnalità. Una, molto bella, si intitola Misunderstood rose e, se ci cliccate sopra, la potrete sentire declamare direttamente dalla suadente voce di Serj.
Un abbraccio a tutti
Erika